Saturday 28 May 2011

Referendum



Ci sono persone che lavorano e vivono all'estero, che frequentano e socializzano con gli abitanti del posto, che si mimetizzano nella societa' conducendo una vita regolare, comune. Poi all'improvviso, un giorno, dal loro Paese di origine arriva un segnale, una richiesta. E loro, cellule dormienti, si svegliano.

Nemo, cellula AIRE 2009, e' stato attivato per la prima volta questa settimana con l'arrivo di un plico in cui si spiegava, con un abbondante uso del grassetto, come votare per i referendum che si terranno in Italia il 12/13 giugno. Il plico conteneva le ormai note, piu' che altro numericamente, quattro schede:

- Legittimo impedimento, verde
- Affidamento e gestione dei servizi pubblici, rosa
- Tariffa del servizio idrico, gialla
- Nucleare, grigia (e se non fosse che non credo sia permessa l'ironia a chi sceglie i colori per le schede, direi che il grigio nube per il nucleare e' una scelta decisamente azzeccata)

Ovviamente i testi dei referendum sono, come da affezionata consuetudine, semplicemente incomprensibili. Quello sul nucleare poi, ammesso che venga fatto, e' decisamente folle: provate ad espandere la voce su wiki e vedrete.

Le schede me lo sono guardate per un po', e' cosi' raro averle in casa, distrattamente appoggiate sulla pila dei giornali, quasi un oggetto familiare tra i tanti, a disposizione per tutto il tempo che si vuole invece di quel rapido contatto, in piedi, durante il cerimoniale laico della votazione.

Su queste schede esprimero' il mio voto tracciando un segno (una croce o una barra), come ricorda la documentazione (ma va? Ed io che ho sempre pensato valesse solo la croce; ma una barra che vuol dire? un segmento? una linea? boh). Per la prima volta inoltre usero' una semplice penna biro blu o nera invece della leggendaria e misteriosa matita copiativa (misteriosa non solo per il funzionamento ma anche per la natura del nome: che c'entra la copia, casomai l'opposto, dovrebbe chiamarsi matita incancellabile. Altro boh).

Referendum e' ovviamente latino. E' un sostantivo ricalcato sul gerundio accusativo del verbo refero (rĕfĕro, rĕfĕrs, retuli, relatum, rĕfĕrre), "riferire".

Guardando al paradigma del verbo e' interessante notare che anche verbi inglesi tipo to refer o to relate siano sempre originati da refero.

Se sul singolare di referendum c'e' concordanza tra italiano ed inglese, sul plurale parrebbe di no. L'Oxford dictionary propone infatti sia un referenda che un referendums mentre lo Zingarelli indica il sostantivo come invariabile.

Negli ultimi anni pero' anche in Italia si e' sentito spesso dire referenda.

Quale sara' la versione giusta? Propongo una quinta scheda! :D

Sunday 22 May 2011

Seconds



Certo che una confezione da dodici croissants e' tanto, come faccio a mangiarmeli da solo? Poi finisce come al solito, che mi strafogo per finirli prima che si rinsecchiscano. Pero' £2.99 e' un affarone. E poi sono giganteschi e senti che profumo...

Questo pensavo mentre facevo la mia esperienza di spesa estrema, almeno per un single, in un magazzino tipo Metro. Ma alla fine i croissants li avevo comprati e regolarmente ne ho avuto uno di troppo anche domenica mattina scorsa, la mattina dell'annuale Bristol10k.

Tutto bene fino al settimo chilometro quando un senso di appesantimento mi costringe a rallentare il passo.

Cavolo ero su una media di 53, si pero' proprio non ce la faccio. Tea, un croissant ed un po' di cioccolata per l'energia, basta. Non c'era bisogno di un altro crossant con la marmellata, e di quei biscotti, e poi perche' sono andato a letto cosi' tardi ieri sera...

Pensieri confusi si intrecciano mentre il passo rallenta. Poi, piano piano, il ritmo riprende ma ormai il danno e' fatto. Il chip legato alla mia scarpa registra 54 e 28. Ventiquattro secondi in piu' dell'anno scorso. Sembra poco, un niente, forse ci vuole piu' tempo a leggere questo post, e proprio per questo lascia un po' di delusione.

Second e' un true friend, molto simile all'italiano secondo, con l'inglese che ha tolto la vocale finale giusto perche' preferisce far finire le parole con una consonante (consonant per l'appunto).

Ma second non e' molto diversa anche nelle lingue dei nostri vicini o antenati: dall'originaria latina secunda (Secundus, Secundi; della seconda ovviamente :P), dal francese seconde, dal tedesco Sekunde, che ha introdotto la teutonica k, dallo spagnolo e dal portoghese segundo, dal politically correct esperanto Sekundo, che prende un po' da tutti.

Probabilmente ce lo insegnano alle elementari, ma per tutti quelli che hanno una memoria tendenzialmente ram come me, vale la pena ricordare che, according to wiki, la parola latina secunda stava per pars minuta secunda la seconda operazione di divisione dell'ora in parti da 60. Che si distingueva dalla prima operazione, quella della pars minuta prima (da cui finalmente capisco anche perche' a volte si dice minuti primi).

Insomma, 54 (primi) minuti e 28 secondi (minuti).

Appuntamento al prossimo anno. Magari con un po' di spirito olimpico in piu' nell'aria andra' meglio!

Saturday 14 May 2011

Philippa



Uno dei piccoli divertimenti in cui sono sicuro indulge ogni blogger, quando ha un po' di tempo da perdere, e' leggere le ricerche Google con cui i navigatori sono arrivati sul suo blog.

Con molta curiosita' per quello che potrei quindi leggere domani e per incrementare il traffico da accessi casuali (che non fa mai male ;), il post di oggi si intitola come si intitola.

Perche' anche in UK il destino di chi ha un nome proprio un po' lungo e' quello di vederselo accorciato. Mi pare anzi che qui l'uso del nomignolo sia molto piu' diffuso che in Italia e che sostituisca di fatto il nome vero, non solo nelle conversazioni tra amici ma anche nelle situazioni ufficiali. Non vi farebbe ad esempio strano sentire parlare di un certo Antony Blair o di un William Clinton?

Allora, please find enclosed una parziale e casuale lista. Cosi', per ogni evenienza:

Elizabeth > Liz
Catherine > Kate
Philippa > Pippa
Susan > Sue
Pamela > Pam
Victoria > Vicky
Geraldine > Geri
Patricia > Patsy

Andrew >Andy
Christopher > Chris
Robert >Rob
Daniel > Dan
Thomas > Tom
Jonathan > Jon
Mattew > Matt
Peter > Pete
William > Bill
Donald >Don
David > Dave
Philip > Phil
Edward > Eddie
Ronald > Ron
Antony > Tony
Stephen > Steve
Kenneth > Ken
Alexander > Alex

Come potete intuire, al lavoro, principale bacino della mia esperienza inglese, ci sono molti piu' uomini che donne!

PS: casomai qualcuno avesse il dubbio, Pippa non vuol dire niente in inglese ma Philippa vuol dire amante dei cavalli (φιλία,philia - amore; ἵππος,ippos - cavallo) che tutto sommato e' un sentimento very very British (ah, siete ancora in tempo per i biglietti di Royal Ascot se vi interessa...)

Tuesday 3 May 2011

Census



Se questo fosse un blog che racconta le mie giornate proporzionalmente a come effettivamente le impiego, dopo piu' di un mese di assenza, dovrei ripresentarmi con un post intitolato overtime o stretched.

Il progetto a cui sto lavorando e che avevo ribattezzato, causa la preponderanza di risorse italiane, No English On-board, si e' trasformato in un Never Ending Overtime, ed il tempo e la voglia di scrivere sono state pretty low nel recente, e per di piu' assolato, periodo prevacanziero.

Prevacanziero perche' nell'anno in cui in Italia il calendario smontava ogni possibilita' di ponte, in UK, grazie al matrimonio di chi sapete, abbiamo beneficiato di 10 giorni di vacanza usandone solo 3 di ferie. Dalle quali, per inciso, sono purtroppo appena tornato.

Se questo fosse un blog che "sta sulla notizia" avrei quindi l'alternativa di parlare di "street parties" o di "subjects".

Invece vi propongo Census.

Un mesetto fa, dove eravamo piu' o meno rimasti, ho ricevuto la documentazione per il censimento 2011.

Adesso la mia presenza in UK restera' statisticamente certificata: Domenica 27 Marzo 2011 (giorno usato dal censimento per il loro snapshot) Nemo viveva a Bristol e non aveva ospiti a casa.

Census e' ovviamente latino purissimo: censŭs, censūs; quarta declinazione che, come ricorda wikipedia, "include i sostantivi maschili (in maggioranza), pochi femminili e neutri con tema u". Il plurale invece di restare un semplice e pulito censŭs diventa invece censuses.

La parola census deriva dal verbo censere, valutare, e, ai tempi dei romani, rappresentava l'atto di registrazione dei cittadini e dei loro beni a fini di tassazione fiscale. Poi nel settecento il significato e' evoluto nel senso di censimento della popolazione a fini statistici.

In Inghilterra il primo censimento e' stato nel 1801, e si e' tenuto ogni dieci anni escluso il 1941 (anno in cui c'era ben altro a cui pensare) ma ne fecero uno nel 1939 come WW2 National Registration. Per cui questo e' stato il ventunesimo.

In Italia invece il primo censimento e' stato nel 1861, e si e' tenuto anche li' ogni 10 anni, pero' un paio di volte e' saltato (1891, 1941) mentre sotto il fascismo e' stato fatto una volta con cadenza quinquennale (1936), quindi alla fine quest'anno in Italia ci sara' il quindicesimo censimento. Per l'esattezza Domenica 9 ottobre 2011. Dove sarete? Che starete facendo? Preparatevi!