Saturday 28 July 2012


Connecting the dots

In un pomeriggio di metà maggio, mentre il vostro "man in UK" era a Londra, in fila per la visita alle stanze da cui Churchill guidava la Gran Bretagna durante la seconda guerra mondiale (il Churchil War Rooms, situato nel cuore di Londra, a due passi da Downing Street, Westminster Abbey e St James's Park), ha notato un elicottero con la livrea della bandiera inglese che volava ripetutamente sopra la zona, e ha provato, senza troppo successo, a fotografarlo.

L'elicottero era un AW139 AgustaWestland, qualcosa di cui essere orgogliosi come italiani visto che per una volta è stata l'italiana Agusta a comprare l'inglese Westland (nel 2005 e giù di lì, con il 139 progettato e prodotto prima della fusione).

Le voci sulla cerimonia di apertura dei Giochi parlavano di un filmato in cui James Bond si calava nello stadio da un elicottero, ma solo stamattina, guardando il filmato, ho "unito i puntini".



Anche se è stata una festa tutta inglese che ha giustamente celebrato la britishness, è stato bello ritrovarci un po' di Italia, e pure high tech niente pizza e mandolino per una volta!

GO ITALY!


Addicted

La mano chiusa a pugno tranne l'indice che punta il ripiano dietro al bancone, la voce, incerta, che tradisce un po' d'imbarazzo "me ne da due?". L'edicolante, o meglio il suo equivalente inglese, il gestore dello shop della stazione di servizio, che ti scruta, e intuisci che pensa "ma quanti anni ha questo?". Ma i soldi sono soldi, pecunia non olet, anche in UK.

Ci sono ricascato, e siccome in un blog si condividono pubbliche virtù e vizi privati, ammetto che ieri ho interrotto anni e anni di astinenza.

L'ultima volta fu quasi vent'anni fa.

Buttato l'ultimo pacchetto pensavo non ne avrei piu aperto uno. Ed invece, forse la crisi da rientro, forse la consapevolezza che mi aspettano settimane pesanti (agosto sarà, incredibilmente, mentre mezza Europa è in ferie, un mese di consegne lavorative) quando l'ho visto, quando ho visto il pacchetto blu ed il familiare logo colorato, la spinta all'acquisto d'impulso è stata irrefrenabile.

Tra l'altro, poiché una buona giustificazione aiuta sempre quando si compiono certe azioni - ho pensato che, essendo un prodotto italiano, stavo contribuendo pure alla bilancia delle esportazioni.

Sono quindi arrivato a casa, mi sono seduto sul divano, mi sono rilassato pregustandomi il momento, ho scartato il pacchetto godendomi il fruscio della carta che si strappa, ed ho estratto le figurine Panini dell'album di London2012.

Sono iniziate le Olimpiadi, ed anche se si rischia il rigetto da overdose, non potremo non parlarne pure noi!

PS: le ultime figurine acquistate furono quelle di Forattini, con Repubblica, bellissime, ce le ho ancora! Chi se lo ricorda?

Friday 13 July 2012


High tea

La giornata trascorsa ad Henley, di cui abbiamo parlato la settimana scorsa, è stata così ricca di spunti ed osservazioni curiose che raccoglierle tutte in un solo post non era proprio possibile.

Tra i tanti aspetti che hanno catturato l'attenzione di noi expat-turisti, uno, in quanto quintessenza della tradizione british, vale la pena ricordarlo: la pausa tea.

Tra le quattro e le cinque infatti (il riferimento temporale è per chi volesse replicare con precisione l'esperienza) il programma riportava "tea time".

Ovviamente trattandosi di Henley la pausa tea non poteva essere rappresentata solo da una semplice good cuppa, bensì quasi da una cena che, nel nostro caso, era composta da: tea e latte di accompagnamento, scones (buonissimi panetti con o senza uvetta, da spalmare di clotted cream e marmellata, spesso di fragole, soprattutto in questa stagione), sandwiches, con l'immancabile salmone che fa tanto alta società, e qualche tortina tra cui una delle piu' saporite lemon cake mai assaggiate.


Questo per me è un afternoon tea; un'amica inglese ha detto che un tea così abbondante potrebbe essere chiamato anche high tea, anche se wikipedia fa una sottile distinzione di orario e di menu.

Minime differenze a parte, vi avverto che se un inglese vi invita per un tea alle sette di sera invece che alle quattro di pomeriggio, probabilmente vi sta invitando a cena. Questo confonde un po' le cose e implica il rischio di saltare la cena o cenare due volte!

Comunque, un tea caldo, con o senza caloricamente ricco accompagnamento, è un menu piacevole, che tuttavia senza rimpianto nelle prossime due settimane sostituirò con gelati, cocomeri, paste fredde, insalate e tutto l'armamentario culinario necessario a contrastare l'italica calura.

Insomma è arrivato tempo di vacanze. Ci risentiamo per fine luglio, e sarà già ora di Olimpiadi...

Cheers!

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Chiuso per ferie
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English and its neighbours
tea:m [I] tee m [D] thé m [F] té m [E]

Friday 6 July 2012


Regatta

Henley Royal Regatta is undoubtedly the best known regatta in the world.

Undoubtedly? Best in the world? Non riesco a credere che questa frase così assertiva, così tranchant, così spaccona direi, tratta dal sito web della manifestazione, possa essere uscita dalla mente di qualche distinto signore inglese. Dov'è finito il tanto ammirato understatement?

Fatto sta, però, questa frasina "markettara" ha fatto il suo dovere e sabato scorso siamo partiti con alcuni amici, destinazione Henley, paesino sulle rive del Tamigi, una cinquantina di km ad est di Londra.

L'Henley regatta è un evento annuale che si svolge su più giorni e raggruppa una serie di gare di canottaggio, con equipaggi che vengono da tutto il mondo. Il programma è davvero molto ricco, con gare ogni dieci minuti circa, dalla mattina alla sera.

Quindi un evento prettamente sportivo penserete voi. In realtà no, tutt'altro.

L'idea che mi sono fatto è che le gare siano solo una scusa, a dirla tutta non si vede neppure chi le vince, il percorso è troppo lungo e non ci sono maxischermi; si fa solo un po' di tifo quando passano le imbarcazioni e poi si torna alle attività principali: bere, mangiare, divertirsi, farsi vedere, e, per alcuni, fare public relations.

Sì perché l'Henley regatta è uno di quegli eventi dove la società bene, quella delle esclusive scuole private e dei prestigiosi club di canottaggio, riconoscibilissimi nelle loro estrose divise multicolore, ama incontrarsi.

Però anche se ricchi e upper class, restano pur sempre inglesi, per cui la pausa per il lunch time diventa l'occasione per un picnic. E la felicità è un sandwich (magari con salmone invece che col tonno) e abbondanti dosi di alcohol (magari champagne invece di birra). Ed il picnic si fa sul prato trasformato in parcheggio, per cui si assiste a questo spettacolo un po' comico, più che altro perché insolito, di uomini in blazer e cappelli di paglia e donne in eleganti abiti da cocktail e tacchi alti che sorseggiano champagne in flute di plastica e mangiano tramezzini tra una Rolls-Royce ed una utilitaria, perché in teoria, molto in teoria, siamo tutti uguali, ed il parcheggio è accessibile a tutti.

Però le differenze ci sono e per evitare che questi due mondi si mescolino troppo, ci sono zone esclusive, dove può entrare solo chi fa parte dei club di canottaggio ed i loro amici, zone semi esclusive, dove basta pagare, e poi c'è il tratto lungo fiume, una striscia larga un metro che a fine giornata diventa un unicum di persone, plaid da picnic e, soprattutto, bottiglie vuote.

E siccome una società classista come quella inglese non può non aver sviluppato tecniche efficaci per evidenziare a colpo d'occhio chi è veramente esclusivo e chi si è solo tra-vestito come tale, non vendono biglietti ma badge da mettere in vista, di forme, colori e materiali diversi, dal vile cartoncino allo scudino metallico, ed io mi sono chiesto quelli che ne esibivano quattro o cinque chi fossero, se mostrassero quelli degli anni precedenti, perché le zone ad accesso limitato erano solo due!

Comunque la giornata che ne esce fuori è davvero piacevole, l'atmosfera è molto rilassata e festaiola, ed anche giocare allo snob per un giorno alla fine è divertente, una sorta di carnevale per adulti. Highly recommended.

Henley Royal Regatta is undoubtedly the best known regatta-party in the world.



English and its neighbours
regatta: regata f [I] regatta f [D] régate f [F] regata f [E]


Sunday 1 July 2012


To be under the weather

17° nuvoloso, 14° pioggia, 13° cupo, 16° schiarita, 15° ventoso... la musica di accompagnamento di questo giugno appena terminato è stata più o meno questa, un adagio ballato tra i 9° e 16° più che un allegro con o senza brio.

E l'effetto del suddetto clima sul mio fisichetto da europeo del sud, viziato dai 35° all'ombra estivi, non poteva che essere quello, prima o poi, di farmi ammalare.

E' successo lo scorso fine settimana, passato con un fastidioso mal di gola e del tutto senza voce. Un brutto raffreddore, ribattezzato con scherno dalla popolazione femminile man flu e riconosciuto invece, con gradita empatia, come deadly flu dai miei colleghi maschi.

Tralasciando la guerra dei sessi, quando non ci si sente troppo bene, si può utilizzare un più neutro to be under the weather che mi piace molto anche perché la dice lunga, ancora una volta, su cosa ci si debba aspettare dalla unpredictable British weather.

Ci sono stati, come sempre, dei pro e dei contro a restare per un paio di giorni confinato in casa: se da un lato ha favorito alcune piacevoli scoperte, come una Miss Marple d'antan su youtube in Murder, She Said, dall'altro mi ha impedito di vedere Italia-Inghilterra al pub - anche se poi mi sono preso la rivincita gustandomi una Italia-Germania in compagnia di, per fortuna sportivi, colleghi tedeschi.

Stasera invece mi sa che la finale me la seguo da casa. Pizza surgelata e italica Peroni. Tiepida, in onore alle tradizioni inglesi e dei 16° previsti per le otto.

FORZA ITALIA!