Saturday 20 October 2012


Enough is enough!

Comprereste un uovo di Pasqua a Gennaio? Ed un vestito di carnevale a Novembre? No, vero? Ed allora perché i supermercati ed i centri commerciali pensano che dovremmo cominciare a comprare i Christmas pudding a Ottobre? Perché vedo già rotoli di carta natalizia per incartare regali che ancora non ho neppure pensato a comprare? E perché i giornalini del supermercato hanno già le pagine centrali dedicate a come cucinare il Christmas turkey e, of course, su come ordinarne uno da loro?

Lo so, mi sa mi sono già lamentato di questo andazzo ma qui di anno in anno l'effetto peggiora. Se di solito l'oggettistica natalizia sbocciava a fine Novembre, l'anno scorso è apparsa sugli scaffali subito dopo Halloween. E quest'anno non c'è stato il tempo di strappare Settembre dal calendario che sono comparsi stands dall'immancabile colore rosso e bianco.

Ricordo una pubblicità italiana che diceva che il Natale quando arriva arriva. Ebbene, no. A beneficio di tutti i direttori del marketing ricordo che il Natale arriva il 25 Dicembre, e quello che c'è prima è il gusto dell'attesa, il nostro sabato del villaggio, un tempo dolce che non può essere dilatato all'infinito, pena la saturazione.

Tutti conosciamo i rudimenti dei meccanismi di vendita e la creazione, spesso surrettizia, del bisogno, per cui possiamo facilmente capire perché gli interessi commerciali, e i centri che ne rappresentano la concretizzazione fisica, alterano il calendario a loro beneficio, ma perché dovremmo passivamente accettarlo?

Quindi ho deciso che "enough is enough"! Ovvero quando è troppo è troppo - notando en passant che gli inglesi sono moderati e non hanno un "too much is too much", diventano già insofferenti ad enough :).

Apro il mio banchetto in questa virtuale ma pubblica piazza e lancio la mia personale petizione, una battaglia che giocherò sul loro campo, quello commerciale, parlando l'unica lingua che la società dei consumi conosce: il consumo, per l'appunto.

Il sottoscritto Nemo, nato a... residente a..., scientemente si impegna a non comprare nessuna oggettistica natalizia fino al 1º Dicembre come atto di riappropriazione del calendario e delle sue festività.

Tra l'altro una battaglia facile facile, essendo un agire che è un non agire. Consumatori di tutto il mondo, ignoriamoli!

Friday 5 October 2012


Violin/o

Le note di un pianoforte e di un violino che si intrecciano, si accompagnano, si alternano. Create dalle mani di un pianista argentino e di un violinista tedesco, il duo "El farabute" (ancora una volta la multiculturalità!), ci guidano dal centro della sala.

E' un sabato sera dedicato al tango, con una bella milonga con musica dal vivo; un po' troppo affollata in realtà, solo quelli bravi davvero riescono a ballare, in certi momenti sembra di stare fermi in coda e ti devi inventare cosa fare in quel mezzo metro quadrato che hai. Dicono che ballare in quel flusso sia parte del fascino della milonga, ma a me andrebbe bene anche diversamente!

Photo credits to Harriet Green


Se pianoforte in inglese si contrae comunemente in piano, violino si dice violin e questo mi ha fatto tornare in mente quando, tempo fa, tra italiani, scherzando si diceva che, così come per parlare spagnolo basta aggiungere una s, per parlare inglese basta togliere una o.

Mi è quindi venuta voglia di elencare un po' di parole italiane che una volta decapitate della o diventano inglesi, quasi un amichevole minivocabolario per chi l'inglese non lo conosce.

concert/o
accent/o
modest/o
classic/o
endemic/o
govern/o
rigid/o
cubic/o
liquid/o
magnetic/o
segment/o
static/o
spirit/o
leopard/o
modern/o
lucid/o
govern/o
traffic/o
iconic/o
ironic/o
sarcastic/o
violin/o
bastard/o
cement/o
candid/o
bulb/o
traffic/o
lament/o
magic/o
palm/o
romantic/o
rustic/o
e, last but not least, italian/o!

Il giochino può essere fatto anche con altre vocali. E lo faremo, alla prima occasion/e.