Saturday 31 March 2012


(S)He loves me / loves me not

E' arrivata l'estate!!

Ed è già finita!!!!

Una settimana incredibile, quella appena passata: cielo blu, sole, una ventina di gradi; avessi potuto avrei preso ferie perché sarà anche vero come ci hanno insegnato degli amici tedescofili che "non c'è brutto o bel tempo ma solo un modo giusto o sbagliato di vestirsi" ma a me mica hanno convinto!

Oggi invece è tornato il grigiore e il freddo, pare rimanga così per un po'. Vabbé siamo in fase di transizione, dopo tutto la primavera è appena iniziata...

Nei giorni scorsi comunque ne abbiamo approfittato il più possibile ed anche il giretto post-prandiale si è spinto al di là di quelle psicologiche colonne d'Ercole rappresentate dai cancelli aziendali, lungo una strada punteggiata da tante - un po' anonime - casette, ciascuna con il suo curato giardinetto.

In uno di questi ho notato alcune margherite e mi è venuto in mente il vecchio giochino del m'ama non m'ama e mi sono chiesto se viene fatto ancora, o meglio se è possibile farlo ancora perché chi abita in città dove le trova le margherite?

Nel caso ne troviate, ecco alcuni fondamentali per una fruttuosa, benché vagamente guidata, sfogliatura:

- in inglese (s/he loves me / loves me not), italiano (m'ama / non m'ama), spagnolo (me ama / no me ama ) e tedesco (Sie liebt mich, sie liebt mich nicht) avete il 50% di probabilità di essere amati. Più precisamente, e considerando che di solito si parte ottimisticamente con "m'ama" avete 0% se la margherita ha un numero di foglie pari, 100% se dispari.

- in francese (Il/Elle m'aime...Un peu...Beaucoup...Passionnément...A la folie...Pas du tout...) si passa da un sistema binario si/no, l'amore c'è o non c'è - non ci sono vie di mezzo - ad un ventaglio di nuances affettive: le probabilità di un risultato almeno parzialmente positivo balzano all'80% e ve la passate male solo se il numero delle foglie è multiplo di cinque (sempre nell'ipotesi di partire dall'inizio della filastrocca).

Love deriva dal tedesco (ed in effetti love/liebe un'assonanza la hanno) che a sua volta riprende una radice indoeuropea di cui qualcosa è rimasto anche nel latino libet (piace/è gradito) e libido (passata in italiano senza cambiamenti).

Senza arrivare all'amore, se questo blogghino vi piace, da adesso potete essere aggiornati anche da facebook.

So...do you like me / like me not? :P

English and its neighbours
love (noun): amore m [I] Liebe f [D] amour m [F] amor m [E] amor, -ōris [L]
love (verb): amare [I] lieben [D] aimer [F] amar [E] amo, -as, amāvi, amātum, -are [L]

Wednesday 21 March 2012


Mothertongue

Usare una lingua non nativa cambia il modo in cui veniamo percepiti?

Mi feci questa domanda anni fa, dopo aver parlato in francese con una persona francese con cui ero solito parlare in inglese. Mi è sembrata immediatamente una comunicazione più "vera". E mi è sembrato di conoscere quella persona un poco di più.

Non so se abbiate avuto esperienze simili e che conclusioni ne abbiate tratto però la domanda mi è tornata in mente in questi giorni, mentre guardavo alcune interviste a Bérénice Bejo, l'attrice di The Artist, di origine argentina ma cresciuta in francia.

Nelle tre interviste racconta praticamente le stesse cose, ma con un'espressività molto diversa. Sicuramente in questo caso è anche una questione di contesto (soprattutto per l'inglese, con l'intervista fatta sul red carpet) ma nel video in spagnolo mi sembra di vedere una spontaneità che non ritrovo nelle altre.

Inglese Francese Spagnolo

Ragionando nell'ipotesi che non ci sia un eccessivo impedimento linguistico, mi viene da pensare che da un lato la facilità di comunicazione assicurata dalla lingua madre fa sì che tutto sia meno controllato e filtrato, e che quindi la conversazione risulti più spontanea ed in definitiva più vera; dall'altro, un effetto imitativo fa sì che parlare in una certa lingua ci induca a seguire, magari incosciamente, il particolare codice linguistico/comportamentale usato dalle persone che parlano quella lingua, in una sorta di processo "carbon copy" non solo delle parole ma anche degli atteggiamenti che li accompagnano.

In una società sempre più multiculturale dove, per definizione, le persone non condividono la stessa lingua madre, la domanda "quanto altera l'esperienza di conoscenza dell'altro usare una seconda lingua?" potrebbe essere meno oziosa di quello che sembra.

Che ne pensate?

English and its neighbours
mothertongue: madrelingua m [I] Muttersprache f [D] langue maternelle f [F] lengua materna f [E]

Saturday 10 March 2012


Beware of the frog?

Attenzione frane, attenzione raffiche, attenzione aerei treni e tram, attenzione mucche, attenzione cervi, attenzione passaggio a livello.

Di segnali stradali di pericolo ne ho incontrati parecchi ma "attenzione rane" non me lo sarei mai potuto immaginare!!



English and its neighbours
frog: rana f [I] Frosch m [D] grenouille f [F] rana f [E] rana, -ae [L]

Friday 2 March 2012


Jolly

La scorsa settimana, mentre facevo quattro chiacchere con un collega spagnolo tornando a piedi in ufficio dalla mensa, ci siamo messi a parlare di cosa facciamo nel tempo libero.

Quando ha accennato che il gruppetto degli spagnoli si è lanciato nella salsa, ho rispolverato il mio spagnolo maccheronico per sfotterlo un po' con un perentorio "la salsa es por los niños, el vero hombre bailas el tango!". E così, parlando di tango e delle sue usanze, è venuto fuori che milonga in spagnolo vuol dire "cosa di poco conto".

La traduzione mi ha incuriosito perché per me, come per tutti gli altri tango addicted, milonga, oltre che una musica, è l'evento sociale di tango e non è per niente una cosa di poco conto. Un altro collega spagnolo ha confermato il significato, aggiungendo che può voler anche dire "una gran balla".

Avevo quindi pensato di scrivere un post sulla parola milonga, cosa che in parte sto facendo :P

Però, proprio in quei giorni, dopo aver fatto ascoltare ad un'amica inglese un'allegra e orecchiabile milonghetta di cui mi sono innamorato al primo ascolto, lei l'ha definita jolly. E jolly ha vinto a tavolino su milonga.

Ha vinto perché è un aggettivo a cui non penso mai per definire qualcosa di allegro e se ci scrivo un post sopra magari me lo ricordo.

Jolly infatti per me è quello delle carte, che invece in inglese è Joker, mentre per me Joker è solo il cattivo di Batman - l'uomo pipistrello - che ha come spalla Robin - il pettirosso.

Ma questo domino linguistico ci porterebbe lontano, invece mi piacerebbe la ascoltaste anche voi questa jolly milonga: a me mette davvero di buon umore. L'unico effetto collaterale a cui posso pensare è che diveniate tango addicted pure voi!



English and its neighbours
jolly (happy/cheerful): gioioso [I] Fröhlich [D] joyeux [F] alegre [E] hilaris, -e felix, -īcis [L]
joker (playing card): jolly m [I] Joker m [D] joker m [F] comodín m [E]