Poco prima di venire in UK, quando lavoravo ancora nel varesotto, chiesi ad un'amica londinese quali fossero gli stereotipi inglesi sugli italiani. Lei si sottrasse alla domanda con un sorriso ed un sibillino "vedrai da solo".
Da un paio di mesi, al lavoro, abbiamo iniziato un nuovo progetto in cui il lead engineer e' italiano, il customer interno e' italiano, l'integratore e' italiano, il contractor e' italiano ed io sono italiano.
Nonostante ci si conosca da quando sono arrivato, perche' fisicamente stiamo nello stesso open space, appartenendo a gruppi diversi non era mai capitato finora di lavorare insieme.
Che sia stato voluto dal management o che sia casuale, sicuramente e' tutto molto piu' facile: non ci sono barriere linguistiche o culturali, e visto l'amicizia (almeno per ora) lavoriamo davvero come un team (anche se qui qualcuno che abbia fatto corsi di management, potrebbe contestare che siamo piu' un gruppo, ma non divaghiamo). Certo che sul lungo periodo lavorare tra italiani non facilita di sicuro l'integrazione o il miglioramento dell'inglese, come si diceva giusto nel
post precendente.
Fatto sta che l'altro giorno, in pausa pranzo si rifletteva su questa paternita' italiana del progetto ed una collega inglese ha chiosato "beh, di sicuro verra' fuori un prodotto stylish!".
Ecco, questo e' uno degli stereotipi positivi e forse anche il piu' immaginabile.
Siamo considerati un popolo fashion conscious (io direi piu' che altro fashion maniac), molto di cio' che e' italiano e' considerato classy, la Fiat500 tallona la Mini tra le macchine piu' vendute, nei supermercati i prodotti alimentari sono venduti come delicatessen e Venezia e le colline toscane capeggiano su molte riviste.
Insomma, per ora il made in Italy e' ancora un brand spendibile e forse sarebbe il caso di darsi all'import/export ma cervelli in fuga e' un etichetta decisamente molto piu' stylish di agenti di commercio :D
ma poi ce la spieghi la differenza tra team e gruppo, vero?
ReplyDeletese solo sapessi vendere un po' di fuffa "made in italy" forse farei successo qui in Germania.
ReplyDeletevivendo fuori me ne sono resa conto anche da sola...hai presente le file agli aereoporti?ecco, confronta quella a Heathrow e quella a Pisa e poi mi dici!
ReplyDeleteappoggio tytania:che differenza c'è??
Un po' come quel professore mooolto british che anni fa ci disse: "E' bello avere a che fare con gli italiani, perche' voi vi preoccupate che i colori nei grafici non facciano male agli occhi!"
ReplyDelete:)
tytania ->ok, a grande richiesta, per l'angolo del saputello:
ReplyDeleteUn team e' "action oriented", ha un obiettivo chiaro e condiviso tra i suoi membri, e produce ottimi risultati.
Un gruppo invece e' un insieme di persone con un interesse comune (come potrebbe essere un gruppo di amici) ma che non e' detto sia efficiente (anzi in alcuni casi, non il nostro spero!, neppure se lo pone: gli amici che condividono la partitella di calcio potrebbero avere l'unico scopo di divertirsi, ad esempio).
Francesca ->secondo me basta un po' di allenamento....
Elisen -> e' vero! Da quando una mia collega (non italiana) e' venuta a sapere che ho una sciarpa di Armani mi guarda diversamente :D
Anna8 ->vogliamo parlare del logo delle olimpiadi?? :D
bella la definizione, me la devo imparare a memoria ;)
ReplyDeleteLogo delle Olimpiadi: stiamo parlando del colore o del fatto che sembrano due dei Simpson che ...? :D
ReplyDelete(scusa il ritardo)