L'anno scorso, per diminuire il carbon footprint (impronta di carbonio in italiano?) nei supermercati inglesi e' scoppiata la guerra alle shopping bags, insomma alle buste di plastica.
Da un giorno all'altro le suddette buste, fino a quel momento gratuite, sono quasi sparite dalle casse, sostituite, a pagamento, da borsine di iuta.
Noi clienti abbiamo fatto buon viso a cattivo gioco e ci siamo comprati la borsina. Anzi, almeno io, innumerevoli borsine, perche' una volta su due la dimenticavo a casa e mi toccava ricomprarla; pero' essendo per un buon fine, io mi adeguo anche.
Ed ora che succede? Ora nella stessa catena di supermercati ad ogni fine spesa mi stampano seduta stante con una stampantina messa vicino alla cassa dei buoni sconto (che immagino personalizzati in base alla spesa fatta se non addirittura al profilo cliente associato alla mia carta fedelta', altrimenti non avrebbe senso stamparli li' per li').
Tutta questa carta sprecata quanto costa come impatto ambientale? A quante borsine di plastica equivale?
Quanta ipocrisia...
nemo mi permetto di dire che non c'e' confronto, la carta e' MOLTO MA MOLTO meno di impatto, hai mai visto le foto dell'isola di buste di plastica vagante nel Pacifico? Grande quanto un continente? Se poi tu ti dimentichi le buste di iuta a casa, beh, oh!
ReplyDeletesì è vero che la carta inquina meno, ma non è solo il concetto del non inquinare, è anche quello del non sprecare che deve passare... credo che nei prossimi decenni ne vedremo molte di queste ipocrisie, da un lato si vuole fare qualcosa, dall'altro c'è il nostro caro vecchio consumismo che di ogni cambiamento ne fa un business...
ReplyDeleteNel mio soggiorno di due settimane a San Francisco ho trovato interessantissima l'iniziativa del supermercato dove andavo ogni giorno a fare la spesa: la bustona di carta (cartone pesante e abbastanza resistente) si paga. Càpita di dimenticarsi di portarsela dietro ogni volta, e quindi di doverne ricomprare una nuova. Però, se ti presenti alla cassa con già in mano la busta di carta di quello stesso supermercato, ti scalano un tot di centesimi dal conto. Dopo le prime due volte, ho cominciato a ricordarmi di portarmi le buste da casa!!
ReplyDeleteVitarosa
yume si anche in UK hai un incentivo al riciclo delle buste, tipicamente dei punti in piu' sulla carta-fedelta' (che si traducono in sconti). Comunque a me la questione "iprocrisia" mi pare malposta, qui non stiamo parlando di una organizzazione di beneficenza (o di un governo, vi ricorda niente la protezione civile???) ma di un business. Non sono tenuti a far beneficenza, e se fanno qualcosa ci devono anche vedere un tornaconto. Mi pare sacrosanto, mischiare le cose non fa bene alla societa'. Ora, mi pare positivo (e mi pare anche di un certo acume commerciale) che una organizzazione come un grande supermercato decida di "cavalcare" la questione ecologica e con quello anche risparmiare (perche' il costo per il supermercato delle buste di plastica non e' una quisquilia, eh?). It's a win-win situation, il supermercato risparmia, il cliente e' contento di fare la sua parte (con pochissimo impegno) per l'ambiente, e l'ambiente in fondo ci guadagna pure. Non vedo dove stia l'ipocrisia.
ReplyDeletein germania sono così efficienti con cestini e buste di stoffa..un sogno rispetto a dallas dove mi veniva ogni volta un esaurimento per la quantità di buste che preparava il cassiere!
ReplyDeletese ti va leggi quanto scrissi qui:
http://elitangoteatro.blogspot.com/search?q=poldo+sacchetti
supermambanana -> ma nel momento in cui dici che i supermercati cavalcano la moda, che si approfittano insomma dell'attuale diffuso sentire, non stai implicitamente affermando anche tu che c'e dell'ipocrisia nelle loro azioni?
ReplyDeleteVoglio dire, come hai ben descritto, ai supermercati conviene togliere di mezzo le bustine di plastica che, date gratuite, rappresentavano per loro un bel costo. Lo facciano pero' senza spacciarlo per attenzione all'ecologia, o detto diversamente senza servirsi dell'ecologia per i loro tornaconti, questo penso io.
Anche perché appena i due non coincidono, loro fanno prevalere, comprensibilmente lo capisco, la "ragione aziendale".
Utopisticamente, poiche' un business pensa solo a far crescere gli utili, se volessero davvero ridurre l'impatto ambientale, basterebbe che invece di fare il 3X2 mi facessero il 30% di sconto su un singolo prodotto…non hai idea di quanto cibo io (come tanti miei singles) butto!
ITmom -> …si potrebbe anche fare un discorso di comportamenti schizofrenici a livello personale…io reciclo tutto, ma al lavoro, che dista 2km, vado in macchina :(
yume -> chissà' se la risposta potrebbe essere navigare in negozi virtuali 3D e farsi arrivare a casa i prodotti con l'home delivery: buste zero, meno traffico, spazi verdi invece di megaparcheggi davanti ai supermercati…
Elisen -> io ho smesso di farmi dare le buste quando ho iniziato ad accorgermi che poi arrivato a casa le buttavo…e che quindi "vivevano" il tempo che va dalla cassa del supermercato al bagagliaio dell'auto e da questo a casa mia. Cinque minuti a starci larghi?
PS: la scultura e' inquietante. Forse dovremmo cominciare a fare una tappa delle gite scolastiche nelle discariche…perché' e' difficile rendersi conto degli effetti globali di comportamenti singoli
continuo a pensare sia parte del loro mestiere, o perlomeno non e' piu' ipocrita di una pubblicita' che ti dice che x is cool o chenneso. Lo sappiamo tutti che e' un gioco pubblicitario, ma almeno questo ti induce un comportamento che e' coerente con il messaggio (il non usare le buste di plastica e coerente con il messaggio del non sprecare e non inquinare) al contrario dell'acquisto in nome della coolness.
ReplyDeletePS: nemo certo che se tu ti scordi le buste di plastica e se riesci a buttare un sacco di roba pure in UK dove ci sono un sacco di porzioni da single per tutto, c'e' poco da utopizzare, la riabilitazione e' una strada lunga e tortuosa :-P