Non so se vi sia mai capitato di occuparvi di programmazione, non nel senso di planning ma proprio di scrittura di un programma al calcolatore.
Al sottoscritto capita spesso e capita spesso di dover calcolare la lunghezza di un vettore, diciamo X.
E tutte le volte, da innumerevoli anni, con caparbia costanza e scarsa memoria, scrivo lenght(X) perche' ricordo che nella parola c'e' un'acca e, probabilmente pensando a lun
ghezza, metto l'h dopo la g. E tutte le volte il programma mi segnala un errore, io scambio la t con la h e si va avanti.
Adesso basta. Dopo 3 anni in UK bisogna abituarsi alla g dura anche quando non te la aspetti, come in longitudine ad esempio, che diventa "longhitud", od il gelato Magnum che diventa "Maghnum".
Ovviamente, poiche' certezze ce ne sono poche, la g puo' essere anche dolce, come in voyager, oppure puo' richiedere una h per farla diventare dura come in straight-forward o flight.
Ed allora mi arrendo alla regola che non ci sono regole o che ce ne sono troppe, a seconda che 'sta g sia seguita/preceduta da questo o da quello, il che per me alla fine e' lo stesso!
Ma lo sai che anch'io faccio sempre lo stesso errore con lenght? Length.. ecco!
ReplyDeletesì, ma in length la "g" non si pronuncia, trasforma la n da nasale a nasale velare e sparisce, ed è seguita dalla fricativa dentale ("th"). noi italiani abbiamo la tendenza a pronunciare tutti i grafemi che sono scritti: c'è una "t" in "castle"? e noi la "t" la pronunciamo! "going" finisce con una "g" e noi anche lì la pronunciamo, invece anche qui serve solo per assimilare la "n" che deve essere pronunciata velare.
ReplyDeletedio mio come sono pedante!
Caro Nemo, non sai quante volte ho pensato di scrivere un file "lenght.m":
ReplyDeletefunction Y=lenght(X)
Y=length(X)
return
io ho la soluzione: non farsi più alcuna domanda su regole o non regole della lingua inglese e usare il tempo così risparmiato a studiare a memoria più vocaboli possibili, forse nel giro di qualche decennio si riesce a imparare la lingua come si deve....
ReplyDeleteanche io sempre lo stesso errore!! ma menomale che ci sono i correttori ortografici :))
ReplyDeleteps: il corso di vela com'è andato? sei bello abbronzato?
Laura -> mal comune... ;)
ReplyDeletetytania ->le pendanterie sono ben accette in questo blog, pero’ mi dovresti dare una mano su nasale velare e fricativa dentale....
Tedescofilo -> Semplicemente geniale!
ITmom ->eh si, ma poi me le dimentico, se non ci associo qualche regola!
Vale -> é vero! anzi, è vero! :) Corso andato bene, con l’abbronzatura potevo fare meglio! Poi ti scrivo! E tu?
io benone... presto racconterò...
ReplyDeleteaspetto tue nuove :)
hai ragione, sono termini un po' tecnici ed è difficile spiegarli in poche parole. per semplificare, i suoni delle varie lingue sono stati descritti in base al punto e al modo in cui vengono articolati. la "m" è una nasale bilabiale perchè viene pronunciata "nel naso" e con le due labbra che si toccano, la "p" è una plosiva bilabiale perchè viene pronunciata come una piccola esplosione rilasciando le labbra. spesso alcuni grafemi sono scritti ma non vengono pronunciati, o almeno capita che a due o più grafemi venga associato un solo suono. capita anche in italiano con la "c" che viene pronunciata "k" se seguita da una "h" che non si pronuncia ("che" è formata da tre grafemi c+h+e ma da sue suoni soli k+e). in francese spesso la "n" serve a nasalizzare la vocale (in "main" la "n" finale non si pronuncia - oddio, noi italiani la pronunciamo perchè non siamo abituati alle vocali nasali, visto che non le abbiamo! - serve solo a nasalizzare la vocale precedente). in "lenght" la "g" serve a far pronunciare la "n" articolandola nel velo palatino (da qui l'aggettivo velare) infatti la "g" viene articolata nel velo palatino, o velo pendulo, o comunque quel coso che se apri la bocca e ti metti allo specchio vedi penzolare in fondo al palato. viene mantenuto il punto articolatorio della "g" ma non il suo suono "completo". lo stesso avviene per le parole terminanti in "ing": noi italiani tendiamo a pronunciare la "g" finale pronunciando quindi tre suoni (i+n+g) ma in realtà ai tre grafemi "ing" corrispondono due soli suoni,la "i" e una consonante che foneticamente viene descritta come nasale velare. qui puoi trovare delle spiegazioni più esaurienti, o anche qui
ReplyDeletecavolo mi hai contagiata, ho scritto lenght invece di length!!!
ReplyDeletemai sfidare la potenza del gh! :))
ReplyDeletecmq grazie per la dettagliata spiegazione!
Very interesting. - con la g non completamente pronunciata, of course! ;) -
Mi sono appassionata alla linguistica da profana ed ho acquistato "English Phonetics and Phonology:
ReplyDeleteAn Introduction" di Philip Carr. L'ho trovato interessantissimo. Hai pensato a tutti i modi in cui pronunciare "aughter"? come in "daughter", ma anche come in "laughter", per non parlare di "ough": 1) though (come "o" in "go"), 2) through (come "oo" in "too"), 3) cough (come "off" in offer), 4) rough (come "uff" in suffer), 5) plough (come "ow" in "flower"), 6) ought (come "aw" in "saw"), and 7) borough (come "a" in "above")