- “Sono incinta. Tra 9 mesi sarai padre!”
- “Cara e’ bellissimo ma potresti provare a farcela in 8?”
"Questa potrebbe essere la risposta di un project manager alla sua compagna" pensavo qualche mattina fa, percorrendo il tratto tra il parcheggio e l'ufficio, con la mente gia' concentrata su come riuscire a completare le pressanti scadenze lavorative del momento.
In effetti, come i piu' attenti avranno dedotto dalla mia latitanza, in questo periodo il lavoro richiede molto impegno, tanto da quasi azzerare il tempo libero. Il progetto ed il ruolo sono interessanti per cui la motivazione e' alta ma comincia ad esserlo anche la fatica; meno male che il nono mese non e' lontano! (Onestamente, ci avevamo provato anche in otto ma non ce l'abbiamo proprio fatta)
In questo periodo quindi, la domanda che si poneva un paio di settimane fa la rubrica The Shrink and the Sage del domenicale di FT Is it important to work? non poteva non attirare la mia attenzione.
La rubrica e' un simpatico divertissement, ed il titolo la scusa per questo post... infatti che sage voglia dire saggio, anche se non lo si sa, per assonanza ci si arriva, ma shrink?
Siccome ognuno ha la cultura che si merita, a me la prima cosa che e' venuta in mente e' stata "Honey, I Shrunk the Kids" - Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi. Ma allora shrink sarebbe un verbo (shrink shrank shrunk) mentre in questo caso e' un sostantivo. La soluzione pero' non e' lontana perche' sempre con restringere, comprimere e strizzare ha a che fare, infatti Shrink, come sostantivo, e' la versione corta di headshrinker, strizzateste, o come preferiamo noi italiani, nell'ottimistica assunzione che ogni testa contenga un cervello, strizzacervelli.
UK e gli shrinks hanno un collegamento prestigioso tra l'altro. Ho da poco scoperto che a Londra trovo' rifugio, in fuga dal nazismo, il primo strizzacervelli della storia, Sigismund Schlomo, detto Sigmund, Freud. La casa in cui alloggiava adesso e' un museo, e c'e' un sito web, in cui si puo' vedere anche il famoso divano di cui il sito racconta non senza un certo involontario umorismo che e' remarkably comfortable.
Dubito che ci si possa avvicinare al lettino, ma sarebbe il posto piu' adatto dove leggersi l'articolo appena citato visto che proprio Freud cita, riportando: "the compulsion to work is created by external necessity" frase spiegata dal giornalista come: "The imperative to work springs from practical demands not immutable psychic needs".
Insomma "il lavoro paga le bollette" piu' che "il lavoro nobilita".
Tesi pragmatica ed un po' malinconica, molto d'attualita', che potrebbe forse essere riscritta, pensando a Maslow ed al buon senso, che si, il lavoro nobilita, ma solo dopo aver pagato le bollette!
- “Cara e’ bellissimo ma potresti provare a farcela in 8?”
"Questa potrebbe essere la risposta di un project manager alla sua compagna" pensavo qualche mattina fa, percorrendo il tratto tra il parcheggio e l'ufficio, con la mente gia' concentrata su come riuscire a completare le pressanti scadenze lavorative del momento.
In effetti, come i piu' attenti avranno dedotto dalla mia latitanza, in questo periodo il lavoro richiede molto impegno, tanto da quasi azzerare il tempo libero. Il progetto ed il ruolo sono interessanti per cui la motivazione e' alta ma comincia ad esserlo anche la fatica; meno male che il nono mese non e' lontano! (Onestamente, ci avevamo provato anche in otto ma non ce l'abbiamo proprio fatta)
In questo periodo quindi, la domanda che si poneva un paio di settimane fa la rubrica The Shrink and the Sage del domenicale di FT Is it important to work? non poteva non attirare la mia attenzione.
La rubrica e' un simpatico divertissement, ed il titolo la scusa per questo post... infatti che sage voglia dire saggio, anche se non lo si sa, per assonanza ci si arriva, ma shrink?
Siccome ognuno ha la cultura che si merita, a me la prima cosa che e' venuta in mente e' stata "Honey, I Shrunk the Kids" - Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi. Ma allora shrink sarebbe un verbo (shrink shrank shrunk) mentre in questo caso e' un sostantivo. La soluzione pero' non e' lontana perche' sempre con restringere, comprimere e strizzare ha a che fare, infatti Shrink, come sostantivo, e' la versione corta di headshrinker, strizzateste, o come preferiamo noi italiani, nell'ottimistica assunzione che ogni testa contenga un cervello, strizzacervelli.
UK e gli shrinks hanno un collegamento prestigioso tra l'altro. Ho da poco scoperto che a Londra trovo' rifugio, in fuga dal nazismo, il primo strizzacervelli della storia, Sigismund Schlomo, detto Sigmund, Freud. La casa in cui alloggiava adesso e' un museo, e c'e' un sito web, in cui si puo' vedere anche il famoso divano di cui il sito racconta non senza un certo involontario umorismo che e' remarkably comfortable.
Dubito che ci si possa avvicinare al lettino, ma sarebbe il posto piu' adatto dove leggersi l'articolo appena citato visto che proprio Freud cita, riportando: "the compulsion to work is created by external necessity" frase spiegata dal giornalista come: "The imperative to work springs from practical demands not immutable psychic needs".
Insomma "il lavoro paga le bollette" piu' che "il lavoro nobilita".
Tesi pragmatica ed un po' malinconica, molto d'attualita', che potrebbe forse essere riscritta, pensando a Maslow ed al buon senso, che si, il lavoro nobilita, ma solo dopo aver pagato le bollette!
Ciao Nemo, bel post e tema molto interessante!
ReplyDeleteSegnalo altre puntate di "The Shrink & the Sage": http://www.antoniamacaro.com/Site/ft_columns.html
Segnalo anche un'interessante lezione animata a proposito di esperimenti sugli incentivi, dove si evidenzia che ricevere più soldi non sempre migliora la performance. "The surprising truth about what motivates us": http://www.youtube.com/watch?v=u6XAPnuFjJc
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