Saturday, 27 February 2010

Caveat




Tempo fa, nel post axis axes, abbiamo parlato del legame tra parole inglesi e latine. Non so quanti inglesi, se interrogati, saprebbero indicare un'origine latina per la parola axis. Invece, almeno tra chi la usa, credo che il legame col latino della parola caveat sia molto piu' identificabile. Caveat e' un'altra delle parole inglesi che possiamo imparare "gratis", ammesso di sapere il latino!

Nei giorni scorsi ho ricevuto una mail che diceva "Unfortunately they have not included the caveat that these machines will not be migrated until further notice" (per non farvi impazzire contestualizzo: si parlava di software, le machines sono dei computers e la migration e' da una versione del programma alla nuova).

Ma gia' precedentemente mi ero imbattuto in una frase contente "caveat lector", che Wikipedia traduce con let the reader beware, e che direi potremmo tradurre con "avvertenze per il lettore". Avvertenza in effetti funziona bene anche per tradurre caveat nell'email di sopra.

Pare sia parecchio diffusa anche la formula caveat emptor/caveat venditor (avvertenze per l'acquirente/il venditore), magari nota a chi ha fatto studi legali o commerciali.

A me l'unica cosa che caveat mi ha portato alla memoria e' stata il cave di cave canem, che in effetti qualcosa c'entra perche' da un rapido controllino on line risulta derivi dallo stesso verbo: căvĕo, căves, cavi, cautum, căvēre (guardarsi da) in cui c'e' dentro anche il nostro cauto...ma qui la smetto con i rimandi senno' non finiamo piu'!

Thursday, 18 February 2010

Taking into account




Oggi mi sono imbattutto in un documento in cui c'era scritto taking into account, ed una finestra mi si e' aperta sulla memoria.

Questa era l'espressione con cui, quando lavoravo in Italia, prendevamo in giro il nostro capoufficio, che qui si chiamerebbe skill group leader o task leader...come al solito l'inglese regala una patina di glamour ed efficienza :)

Il motivo e' semplice: quando gli capitava di dover parlare inglese era capace di infilare quattro o cinque taking into account in mezz'ora di meeting.

Divento' un vero e proprio tormentone, soprattutto quando arrivarono a lavorare nel nostro ufficio degli inglesi e ci rendemmo conto che "prendevano in considerazione" questa espressione molto raramente.

La frase in effetti non e' sbagliata, ma a noi europei continentali piace davvero tanto.

Come controprova quando in un documento leggo un taking into account controllo sempre il nome dell'autore e nove volte su dieci non e' stato un inglese a scriverlo!

Thursday, 11 February 2010

Carbon footprint




L'anno scorso, per diminuire il carbon footprint (impronta di carbonio in italiano?) nei supermercati inglesi e' scoppiata la guerra alle shopping bags, insomma alle buste di plastica.

Da un giorno all'altro le suddette buste, fino a quel momento gratuite, sono quasi sparite dalle casse, sostituite, a pagamento, da borsine di iuta.

Noi clienti abbiamo fatto buon viso a cattivo gioco e ci siamo comprati la borsina. Anzi, almeno io, innumerevoli borsine, perche' una volta su due la dimenticavo a casa e mi toccava ricomprarla; pero' essendo per un buon fine, io mi adeguo anche.

Ed ora che succede? Ora nella stessa catena di supermercati ad ogni fine spesa mi stampano seduta stante con una stampantina messa vicino alla cassa dei buoni sconto (che immagino personalizzati in base alla spesa fatta se non addirittura al profilo cliente associato alla mia carta fedelta', altrimenti non avrebbe senso stamparli li' per li').

Tutta questa carta sprecata quanto costa come impatto ambientale? A quante borsine di plastica equivale?

Quanta ipocrisia...

Wednesday, 3 February 2010

Crap




Non so se l'avete scoperto, ma su rai.tv si possono vedere i programmi che la RAI trasmette, si perde la diretta mi si guadagna la visione senza pubblicita'. Scambio accettabile direi.

Non solo, e' possibile vedere anche alcune puntate di trasmissioni storiche tipo la prima puntata di Quelli della notte o la terza di Pickwick in cui un giovanissmo Baricco parla di The catcher in the rye di Salinger.

Avrete forse risentito l'incipit in questi giorni:

"If you really want to hear about it the first thing you’ll probably want to know is where I was born. What my lousy childhood was like. And how my parents were occupied and all before they had me. And all that David Copperfield kind of crap. But I don’t feel like going into it, if you really want to know the truth."

Ho la mia edizione italiana in Italia, ma su wikiquote ho trovato la versione letta a Pickwick da Castellitto:

"Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com'è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne."

Ovviamente non sono cosi' presuntuoso da contestare la traduzione, pero' baggianate mi sembra un termine troppo educato per crap.

Crap e' quel tipo di parole che i (bravi) bambini inglesi evitano con i loro genitori, una parola implicitamente trasgressiva, tanto che Bansky ha autoironicamente scritto sugli scalini davanti alla sua mostra "mind the crap". Io, ricordando che il vocabolario riporta per crap il significato letterario di escremento, e per to crap quello di defecare, la tradurrei piu' propriamente con stronzate.

Quindi, almeno che negli anni crap abbia involgarito il suo significato, mi chiedo se baggianate sia solo figlio dell'eta' della traduzione che credo risalga agli anni sessanta. Anche perche' "stronzate alla David Copperfield" (o ancora meglio "tutta quella merda alla David Copperfield", che ha il vantaggio di mantenere la traduzione al singolare) sarebbe molto piu' in linea con come mi immagino parlerebbe il teenager Holden.

Sarebbe interessante sapere come e' stato tradotto questo brano in altre lingue.