Tra pochi giorni rientro in Italia per le ferie natalizie e visto che da li' - per la intrinseca ragione sociale del blog, direi - tradizionalmente non scrivo, questo e' l'ultimo post dell'anno.
Non che cio' voglia dire molto: il tempo e' un continuum che abbiamo solo per comodita' suddiviso in pacchetti regolari, e tra due settimane non sara' cambiato niente (a parte qualche scontato chilo in piu' e qualche ancor piu' scontato buon proposito di cominciare una vita piu' sana nei giorni a seguire).
Pero' come si fa a sottrarsi al giochino del guardarsi indietro cercando di racchiudere in un personaggio, un movimento, una parola tutto l'anno passato?
Ed allora mi sono chiesto quale potesse essere la parola piu' rappresentativa di questo 2011.
Ho pensato a Royal wedding, all'evergreen eurosceptics o, piu' drammaticamente, alla gia' dimenticata Libya's war ma alla fine ho scelto debt, debito. Anzi debt e debit, perche' in inglese ci sono due parole legate al debito.
Entrambe derivano, senza neppure scostarsene tanto, dal latino debitum (participio passato di debere, declinato dēbĕo, dēbes, debui, debitum, dēbēre). Ma per far luce sulla differenza tra loro, che non mi era per niente chiara, sono ricorso al mio personal panel di colleghi; siamo arrivati a concludere che:
- debt (pronunciata det - silent b) e' sicuramente il sostantivo§ da usare quando si parla di debito (personale o di un Paese) ed in effetti basta aprire un giornale che si legge di greek debt, government debt, Italy must restructure its debt etc...
- debit e' invece principalmente usata come verbo (to debit a customer's account), e come sostantivo (opposto a credit, nei bilanci) ed in 'debit card' (il bancomat).
La parola debito tra l'altro non e' buona solo per rappresentare il 2011, e' anche di stretta attualita': secondo un articolo di FT che cita Scroogenomics, il 30% delle spese di Natale sono pagate con carta di credito (ovvero, a debito) e non prima di fine Febbraio (immagino la statistica si riferisca agli Stati Uniti e sia meno applicabile all'Italia, dove, almeno per gli impiegati, la tredicesima dovrebbe aiutare a coprire queste spese).
Ma vale la pena indebitarsi per i regali di Natale?
Cosi' come sulle etichette dei vini e degli alcolici (almeno qua in UK) si consiglia "please drink responsibly", su quelle dei vestiti o sulle vetrine dei negozi, potremmo scrivere "please buy responsibly". Forse troppo provocatorio e scioccante per la nostra societa' dei consumi (natalizi)?
noi e le ragazze
1 week ago