Ho incontrato
rotten anni fa, quando l'insegnante d'inglese, anzi di americano essendo lei di San Francisco, ci faceva vivisezionare i film.
Uno di questi, una brillante commedia degli equivoci con due simpatici impostori, Steve Martin e Michael Caine, si chiamava per l'appunto
Dirty Rotten Scoundrels. Per quanto ricordo godibilissima: non posso che consigliarvela.
Rotten, aggettivo in quel caso utilizzato nel senso di corrotti, puo' essere anche usato, piu' informalmente e per estensione, per qualcosa di fisicamente marcio, tipo "rotten eggs". Oppure per indicare qualcuno che non sa fare bene qualcosa come in "you are a rotten cook" od infine col significato di indisposto, ammalato.
"You feel rotten now, don't you?" mi ha detto martedi scorso, aprendosi in un empatico sorriso, una giovane dottoressa non senza avermi chiesto prima, questa volta con tono e sguardo vagamente complice e pronto, nel caso, ad accondiscendente comprensione "What have you drunk yesterday?". No guardi, sono italiano, piu' che bere mi piace mangiare. Ho bevuto solo acqua. In compenso ho vomitato quattro volte in sei ore.
Beh, la prima parte della risposta non e' stata mai pronunciata, stavo troppo male per potermene uscire con risposte sarcastiche, ma il resto e' tutto vero.
Fatto sta che per tre giorni me ne sono rimasto a casa, steso da un virus intestinale, accudito dalla preziosa little Italy (piu' qualche collega) subito mobilitatasi, offrendo una fondamentale rete di soccorso e sicurezza.
Adesso dopo questi tre giorni di quasi ascetico digiuno passati tra letto e divano, tra computer, sms e dvd, siamo pronti a ripartire.
La prima influenza del 2011 e' stata archiviata!