Friday 29 January 2010

To deliver (a baby)




To deliver lo trovo un verbo abbastanza antipatico perche', almeno alle mie orecchie, si porta dietro altre parole come deadline, meeting, assignment, task, per non parlare dell'ubiquo mantra ontimeoncostonquality e molte altre legate al mondo lavorativo.

Pero' in questa strana lingua, non si deliverano solo i dati o progetti ma anche i bambini.

Quindi....nunzio vobis, gaudium magnum, che una mia amica nonche' collega italiana "has delivered a baby" giusto domenica scorsa. Il primo, anzi la prima baby expat del gruppo.

I numerosi zii expats si uniscono alle felicitazioni.

Saturday 23 January 2010

To sleep on a washing line




Come forse gia' accennato, la mensa aziendale non e' un granche'. Di conseguenza, molti di noi si portano il pranzo e lo mangiano in una cucina che abbiamo a disposizione.

Io non faccio eccezione, ed ultimamente il mio gruppo pausa pranzo e' composto da una collega italiana, il marito italiano, un italocanadese, una ragazza inglese, un collega australiano. Noi italiani abbiamo spesso mozzarelle, indipendentemente dalla stagione, la ragazza inglese sandwiches, l'austrialiano un menu che cambia con cadenza semestrale (adesso siamo nel semestre zuppa).

E mentre mangiamo, chiaccheriamo del piu' e del meno, ci raccontiamo i fine settimana, i film visti, le prossime ferie, insomma quello che fanno tutti in tutti i posti di lavoro.

L'unica differenza e' che ogni tanto esce qualche frase interessante, e visto che e' un po' che non parliamo di idiomi, eccone uno curioso: to sleep on a washing line, insomma essere cosi' stanchi da dormire appoggiandosi ad un filo dello stendipanni.

Avrei potuto usarlo ieri sera: alle otto iniziava una gig di un collega ma io, causa prolungato sleeping tardo pomeridiano, sono arrivato alle nove!

Sunday 17 January 2010

Prosumer




Si pero' cosi' non vale! Non si contano le parole inglesi che non conosco, sono spesso in difficolta' quando cerco di argomentare usando un linguaggio minimamente ricercato e "loro" cosa fanno? Se ne inventano delle altre!

Eccone una letta di recente: prosumer, fusione di professionista (o produttore) e consumatore.

In realta' la parola e' nuova solo alle mie orecchie, perche' andandola a cercare sull'indispensabile Oxford Dictionary, non solo la voce si trova ma e' pure datata 1980s. Ed ha due significati:

- di persona che compra gadgets elettronici che sono ad un livello di utilizzo che sta tra il consumatore medio e quello professionale
- di consumatore che in qualche modo viene coinvolto nel design del prodotto

Andando su Wikipedia sembra che la parola sia ancora piu' fluida e abbia recentemente assunto anche il significato di progressive consumer, nel senso di consumatore che compra con metodi non tradizionali, confrontando i prezzi on line e facendosi un'idea navigando tra siti e social networks.

Insomma una parola dal significato ancora in evoluzione, un magma semantico che ancora non si e' raffreddato e non ha acquistato una forma definitiva. Bello no? Per quanto mi ricordi, ho sempre avuto a che fare con parole dal significato ben definito, statico, anche per quelle moderne: chesso' un mouse e' un mouse, un modem e' un modem. Un prosumer non si sa bene.

Comunque e' una parola che direi ci riguarda, noi bloggers intendo; forse definibili come "prosumers di contenuti"?

Sunday 10 January 2010

Walking distance




Una delle peculiarita' britanniche di cui non abbiamo ancora parlato e' il concetto della walking distance.

Ovviamente la prima necessita' da risolvere appena arrivato in UK e' stata quella della ricerca di un tetto. Ed un aspetto che gli agenti immobiliari tenevano a sottolineare era se l'appartamento avesse il vantaggio della walking distance. Da cosa direte voi? Dal centro, dai negozi ma principalmente dal pub.

Anche se sembrano i soliti stereotipi, l'inglese medio apprezza molto potersi fare quattro passi fino al suo pub favorito, senza necessariamente dover prendere un taxi al ritorno ma barcollando lentamente e pacificamente "back home".

Io, da bravo italiano che preferisce il mangiare al bere, non ho grossi problemi col guidare la sera, ma apprezzando invece il dormire un po ' di piu' la mattina, ho scelto un appartamento che e' anche lui ad una walking distance, si ma dall'azienda!

Poco piu' di 1 miglio che, con la scusa che arriverei in ufficio praticamente sempre zuppo, mi sono pero' guardato bene dal percorrere a piedi od in bicicletta in questi quasi quattro anni.

Poi domenica notte e' accaduto qualcosa, e prima di uscire di casa ho pensato "od ora o mai piu' !"



Viste le previsioni mi sa che nei prossimi giorni mi tocca fare il bis!

Monday 4 January 2010

Lovely




Back to UK, back to business, back to blogging!

Dove eravamo rimasti? Ah si, che ero in partenza per l'Italia...partito sono partito, ma il giorno seguente e da un aeroporto distante 300km raggiunto in solo sette comode ore di guida sotto la neve e sopra il ghiaccio.

Vabbe', tralascio i particolari della mia piccola odissea, per concentrarmi su una scritta che ho notato la mattina della partenza in aeroporto. Mi ha ricordato quando ho iniziato ad imparare l'inglese guardando televendite e pubblicita' (erano gli unici programmi che capivo bene) sulla tv satellitare.



Se la foto fosse troppo piccola per leggere, vi riporto il testo del banner: "If you are flying Economy, why not treat your lovely, long legs to some lovely, extra legroom. See one of our lovely representatives for details".

Tre lovely su cinque aggettivi. Decisamente un lovely esempio di appiattimento del linguaggio per raggiungere il maggior numero di persone!