Sunday 31 August 2008

Pitcher and jug




Dite la verita': anche per voi l'acqua ha un nome. Un nome proprio intendo.

Se siete come il 98% della popolazione italiana, siete anche voi consumatori di qualche acqua minerale. Nulla in contrario, anch'io ho la mia marca preferita (per i curiosi: Evian, piu' per motivi affettivi che altro). Ma da queste parti, ancora una volta, le cose vanno diversamente.

Non che non si trovino delle belle bottigliette con le classiche etichette di sorgenti innevate e laghetti montani ma a parte per fare i poshetti con SanPellegrino o Perrier, in genere non e' che non si usino molto.

So che e' un concetto che puo' apparire rivoluzionario, ma qui va alla grande la tap water, ovvero l'acqua del rubinetto. Sia a casa che al ristorante. Al massimo filtrata.

Di conseguenza nasce il problema di come chiederla questa caraffa d'acqua. Io ho sempre usato "carafe", pensando fosse la parola adeguata. In effetti niente di piu' corretto (per una volta..pheww). Il mio Oxfordictionary riporta: "an open-topped glass flask used for serving wine or water in a restaurant".

Solo che, qualche sera fa, a cena da un amico inglese, e' venuto fuori che loro preferiscono chiedere "a jug of water, please" (se si chiede una caraffa d'acqua e' scontato che ci si riferisca all'acqua del rubinetto, quindi non e' necessario il tap).

Forse carafe fa un po' troppo raffinato francesismo, da usare quindi con cautela visto il rapporto di invidia/odio che hanno per i frogs. Al pub eviterei insomma, mentre al ristorante, per fare colpo sulla ragazzotta inglese spacciandosi per un dandy poliglotta, direi che va decisamente bene.

In effetti il dizionario non specificava di usare carafe al ristorante? Ma che vuol dire? Che la parola cambia non al cambiare dell'oggetto ma del contesto? Dunno. Indaghero'.

Per completezza, "pitcher" e' sempre una caraffa, ma in legno o terracotta; e' una parola che a loro fa un po' old fashion; forse la giusta traduzione potrebbe essere brocca.

Buona bevuta a tutti!

Thursday 28 August 2008

Posh




Posh spice. Ve la ricordate? Miss Victoria Tubino Adams delle Spice Girl diventata poi Mrs Beckham.

Era considerata quella piu' elegante, la piu' stylish. Quella posh per l'appunto.

No, tranquilli, non mi sono convertito al  blogossip, e' che mi serviva un aggancio per una delle parole che ho fatto piu' mie.

POSH. Mi piace troppo usare posh, con, ovviamente, tutte le sue italiche declinazioni: poshettino, poshetto, poshettoso...

Non ci sono prove fondate, ma alcuni riferiscono che derivi dall'acronimo Port Out Starboard Home. L'aneddoto racconta che i ricchi inglesi dell'ottocento per andare in India prenotassero delle cabine all'ombra, che quindi erano sul lato sinisto (port) della nave quando andavano verso l'India, su quello destro (starboard) quando rientravano.

Really posh!

PS un po' fuori tema: se come il sottoscritto avete a che fare con port and starboard e non ricordate mai quale sia l'uno e quale l'altro, il trucchetto che mi ha insegnato un collega e' semplice e funziona: port ha ho stesso numero di lettere di left. :)

Monday 25 August 2008

Bank Holiday




Il bank holiday e' un giorno di festa nazionale. Non che ce ne siano molti; oggi e' uno di quelli: per esattezza e' il Summer Bank Holiday.

Pare che il nome discenda dal fatto che in quei giorni le banche fossero chiuse, e che quindi, a cascata, anche tutte le altre attivita' che circolano attorno al denaro si fermassero. Oggi, in tempi di internet banking, le cose non vanno esattamente cosi', ma il nome e' rimasto.

Trovo curioso il fatto che si faccia festa solo quando non si puo' fare business. E' proprio una societa' con radici pragmatiche e con un'attenzione al denaro non indifferente. E' proprio il Paese della City.

Un altro aspetto curioso, od almeno lo era per me all'inizio, e' che il bank holiday e' sempre e solo di lunedi. Ed il ponte? Niente da fare, niente "bridge" (espressione che tra l'altro non esiste, visto che non esiste l'evento).

Nessuno vieterebbe di prendere il martedi festa, alla fine e' sempre usare un giorno del proprio monte ferie. Ma non e' la stessa cosa, non fa lo stesso effetto di quando si guarda il calendario dell'anno nuovo e si cerca, con un'eccitazione quasi infantile, se c'e' qualche possibile ponte.

Ma quali sono esattamente questi bank holiday? Nel caso qualcuno volesse venirmi a trovare, ecco la lista per il 2009:

1st January > New Year's Eve
10th April   > Good Friday
13th April > Eastern Monday
4th May > Early May (first Monday in May)
25th May > Spring bank Holiday (last Monday in May)
31th August > Summer bank Holiday (Last Monday in August)
25th December > Christmas day
26th December > Boxing day (moved to 28th)

Attenzione che, mentre in Italia le feste cadono in una data precisa, qui per questo fatto di essere legate al lunedi, di anno in anno cambiano.

Giusto per un confronto, le festivita' italiane sono:

il 1° gennaio   > Capodanno
il 6 gennaio > Epifania
il giorno di lunedì dopo Pasqua
il 25 aprile > anniversario della Liberazione
il 1° maggio > festa del Lavoro
il 2 giugno > festa nazionale della Repubblica
il 15 agosto > ferragosto
il 1° novembre > festa di tutti i Santi
l’8 dicembre > Immacolata Concezione
il 25 dicembre > Natale
il 26 dicembre > Santo Stefano
la festa del Santo Patrono

Che ci vedete? Io questo:

- che essendo anglicani, non hanno feste riguardanti i santi.
- che anche noi abbiamo una festa "a data variabile" che cade sempre di lunedi (pasquetta).
- che in Italia c'e' una festa della Repubblica mentre in UK non c'e' una festa della monarchia. L'Australia festeggia il compleanno della regina, il Regno Unito, che alla Regina da' i natali, no. Che strano....
- che noi festeggiamo la liberazione, loro che hanno vinto la guerra niente.
- and finally, che Italia batte Gran Bretagna 12 a 8, il 50% in piu', proprio niente male! ;)

Sunday 24 August 2008

Wholegrain




Oggi ho imparato che non e' solo la mancanza del sole e dell'acqua di Napoli la possibile causa della pessima riuscita di una pizza.

As esempio, quando si compra il pacchetto di farina, non basta guardare alla presenza della scritta flour (farina per l'appunto).

Se il pacchetto dice wholegrain spelt flour (farina integrale di farro) meglio lasciar perdere...Wheat flour (farina di grano) e' l'ingrediente giusto.

Gia' che siamo in argomento, vale anche la pena ricordare che lievito si dice yeast, mentre camomilla, camomille. Che e' quello che mi vado a preparare adesso...

Live and learn, boy!

London 2012




L' Olimpiade e' morta. Viva L' Olimpiade!

Se ancora non lo aveste visto, questo e' il simbolo di London 2012.



Vi piace? Io lo trovo veramente poco appealing, una sorta di tangram impossibile colorato con l'evidenziatore. L'anno scorso quando fu mostrato per la prima volta sollevo' parecchie polemiche. BBC Sport, oltre a riportare che il progetto grafico e' costato £400.000 (diciamo 600.000 €), mostro' un minisondaggio on line in cui i lettori assegnavano al logo il wooden spoon.

Qualcuno con nozioni di grafica o di scienza della comunicazione ci puo' ragguagliare? Perche' i designers spiegarono che serviva un simbolo moderno, che piacesse ai giovani (che originali!), e che fosse in linea con le tecnologie che ci sarebbero state cinque anni dopo; insomma, un simbolo che potesse essere visualizzato bene sul display di un telefonino o di un computer.

D'accordo, sara'... ma a me continua a non piacere, e lo trovo pure poco intuitivo. Ad esempio, ma voi, se non ve lo dicessi io ora, ce li avreste visti i numeri 2 0 1 2 nei quattro pezzi del logo? E la scritta London, a quanti e' balzata agli occhi? Io alzo il mio cucchiaio di legno contro il designer, e non glielo tiro in testa solo perche' mi hanno educato bene... :)

Comunque possiamo ancora dare una mano: pare che per la scelta della mascotte sara' istituita una gara aperta anche al general public. Italians make it better, non si diceva cosi'? What about italian designers? Avanti con le idee quindi, che se vinciamo ci sistemiamo per un bel po' ;)

Monday 18 August 2008

Fishing for compliments




Continuando quello che di cui si parlava nel post precedente, se "per caso" siete andati sul sito turistico del Wales, avete cercato la brochure riguardante Pembroke, ve la siete fatta spedire, e' arrivata, e, ovviamente sempre per caso, avete aperto giusto a pagina diciotto, non avrete potuto non notare il titolo del paragrafo: Fishing for compliments.

Bello no? In Inglese si va a pesca di complimenti, non a caccia.

Friday 15 August 2008

Car boot (ed altre cosette)




Per una volta proviamo a scrivere un post nello forma che ci si aspetta da un blog, cogliendo anche l'occasione per iniziare un nuovo tag: Visiting Britain.

Si perche' questo Paese, pur non avendo la ricchezza o la tradizione artistica e culturale italiana, offre interessanti realta' architettoniche e naturalistiche, ben oltre quello che avrei potuto immaginare appena arrivato.

Ad esempio, il Pembrokshire: la regione piu' ad ovest del Wales (quello che noi italiani chiamiamo Galles, e che i gallesi chiamano Cymru). Tradizionale meta turistica per i britannici, almeno prima che i voli low cost aprissero le spiagge del mediterraneo a quella fascia di persone che non si potevano permettere viaggi all'estero, resta comunque una zona molto frequentata, da un turismo fatto di principalmente di countryside walking.

La partenza e' stata venerdi mattina, M4 direzione West. Viaggio tranquillo, con sosta nell'area servizio per immancabile acquisto di junk food e beverone di caffe' Costa (prima o poi scrivero' post adeguati su entrambi).

Arrivati a Pembroke, ci siamo imbattuti in un car boot.


Avete una racchetta da tennis in legno di quando sognavate di diventare come Bjorg? Una vecchia videocassetta di Jane Fonda che sgambetta al ritmo di musica anni '80? Il trenino di vostro figlio, ormai studente universitario? Il profumo alla lavanda che vi ha regalato vostra cognata, proprio a voi che ovviamente siete allergiche alla lavanda? Il car boot, una sorta di riciclo ante litteram, fa per voi.

In sostanza, chi ha qualcosa da vendere la mette nel bagagliaio della macchina (il boot per l'appunto), poi si dirige nel luogo di ritrovo stabilito, un parco o un parcheggio, la espone su una tovaglia posta per terra o su un tavolino, e la vende (esentasse, visto l'inessenziale scambio di denaro). Un modo per liberare la propria cantina, probabilmente occupando, visto la paccottiglia, quella di qualcun altro.

Io, dopo avere resistito all'acquisto di una bilancia d'antan e di un modellino in plastica di aereo da montare (mai sentito prima il desiderio di montarne uno ovviamente) ho investito un pound per impossessarmi di un contenitore di spaghetti in ceramica bicolore, con sopra l'italica scritta PASTA! Non avendo una cantina, ora devo solo trovare lo spazio nella mia gia' sovrappopolata cucina...

Adempiuto il rito dell'acquisto d'impulso, abbiamo cercato un alloggio per la notte.

Non avendo prenotato, nell'idea di aspettare fino all'ultimo se fosse valso metereologicamente la pena andare, tutti i B&B carini ed economici erano fully booked, per cui siamo finiti in un ostello (e ringraziando pure, perche' erano gli ultimi due posti, poi ci sarebbe stata la macchina od il mesto ritorno a casa). L'ostello, atmofera ed arredo da rifugio di montagna, e' a due passi da Marloes beach (non pensate a Viareggio o Malibu beach, niente ombrelloni o stabilimenti, bensi' scogliera). Molto piccolo, una ventina di posti letto in tutto, essenziale ma immerso in una scenografia da film: casettina bassa e grigia sulla punta estrema della scogliera. La giornata eccezionalmente ventosa poi, rendeva l'iconografia perfetta, e le passeggiate... impraticabili!

Per cui serata passata nell'unico ristorante del paese (ottimo Beef Bourguignon, mediocre Leg of Lamb, casomai passaste da quelle parti) e, proprio come nei rifugi di montagna, per le undici gia' a letto.

Il giorno seguente ci siamo diretti verso nord, destinazione St Davids. Li' nel paesino piu' piccolo del Galles, c'e' la cattedrale piu' grande.

Durante il viaggio ci siamo un po' fatti portare dalla strada, fermandoci lungo la costa, scoprendo un piccolo negozietto di ceramiche celtiche ed un mulino ad acqua in una minifabbrica di tessuti, ma alla fine siamo arrivati.



Per me, che ho scarse basi di storia dell'arte, vista una cattedrale viste tutte...visto un Bishop Palace visti tutti (ragion per cui mi sono risparmiato i tre pounds che chiedevano per fare un giretto tra i resti della casa del Bishop). Incrociando pero' le informazioni delle guide turistiche e' venuto fuori che due viaggi fin qua valevano come uno a Roma, mentre tre come uno a Gerusalemme. Insomma, non proprio una cattedrale come le altre!

Sara'...ma i tempi sono cambiati. Sara' che qui sono piu' pragmatici, ma non c'e' chiesa senza il suo coffe shop. Qui i mercanti nel tempio ci sono entrati e ci hanno messo radici. Se in Italia l'autofinanziamento e' lasciato alla carita' della scatoletta all'entrata, all'accensione delle candele e all'acquisto di qualche, in genere sbiadita ed incurvata, cartolina, qui si vende di tutto; lo shop e' simile a quello di un museo: vuoi la matita con la silouette della cattedrale? La cioccolata con l'incarto col nome della chiesa? Il cd di musica sacra e la tazza che ti dice "Saluti da St David's cathedral"? Li trovi! E poi un vero e proprio ristorante, pure su due livelli. In realta', polemiche a parte, credo che la forma sia salva, perche' tutto questo viene in genere collocato nella zona del cloister (chiostro), ma a me il contrasto stride un po'.

Il resto della giornata lo abbiamo passato accompagnati dalla pioggia, ed il rientro e' stato una vera traversata dell'oceano....mai visto tanta acqua...finale scontato: un gran mal di testa. Morale? Prossimo anno gavettoni al Twiga! ;)

Monday 11 August 2008

Cost of Living




Ma quanto costa vivere in Gran Bretagna?

Che uno sia un turista alle prese con la domanda "quanto cambio?" o un aspirante expat che cerca di capire se rilanciare la proposta fatta dalle HR, questa, a volte, e' la domanda delle domande.

Quando e' toccato a me, ho cercato qualcosa in rete, ma non ho trovato molto. Per di piu', spesso, non era indicata la localita' o non si riusciva a capire quale fosse la data di riferimento; insomma, prezzi del tutto inutili.

Per darvi un'idea del costo della vita, avrei potuto prendere l'ultimo scontrino del supermercato e fare una bella lista, ma oggi siamo nel mondo del web 2.0, quindi: spazio al networking! o come si diceva una volta: spazio ai lettori! e cerchiamo di capire se questa UK e' piu' o meno cara della nostra (vostra?) Italia.

Prima d'iniziare, alcune informazioni pseudo-burocratiche:
- il sondaggio si trova nella colonna di destra giusto sopra il "Blog Archive"
- il sondaggio ha durata mensile, con inizio il primo del mese (questo mese, partiamo un po' in ritardo).
- considerata la totale non rappresentativita' del campione (niente di personale, ma penso sarete d'accordo), in caso di pareggio scegliero' io a mio piacere :). In caso di zero voti...no dai...cosi' pigri siete???
- siccome un blog non e' flessibile come un sito web e non posso dedicare una pagina ai risultati dei sondaggi, usero' questo post come archivio.
- se avete curiosita', proponetele, magari diventeranno uno dei prossimi sondaggi.

Let's start, and remember: one (wo)man, one vote!


South West England Cost of Living


Ottobre 2008: £3.79 per un barattolino da 290gr di funghi sott'olio e'.....fatteli mandare dall'Italia
(6 su 12 votanti)

Settembre 2008: £6.99 per 70gr di bresaola e'......compra la rucola!
(4 su 12 votanti)

Agosto 2008 : £6.03 per un paio di pantaloni in lavanderia e'.....che ti aspettavi?



Sunday 10 August 2008

Ma perche' due rubinetti?




Con questo post vorrei iniziare una serie di Labels chiamate "Ma perche'?" e "Perche' no?". Un modo per indagare le abitudini inglesi che proprio non capisco ed evidenziare quelle che invece potremmo o avremmo bisogno di importare.

Se vincono i "ma perche'?" forse sarebbe il caso di rientrare, ma se vincono i "perche' no?" penso che dovrete venire su voi! ;) Mi sembra un patto equo...

Il primo post, un po' scontato ma dovuto, e': Ma perche' due rubinetti nel lavandino del bagno??

Avete mai provato a lavarvi le mani in questi lavandini?

Step 1: aprite il rubinetto dell'acqua calda e quello dell'acqua fredda
Step 2: passate velocemente le mani sotto l'acqua
Step 3: insaponate

Ora ci sono due alternative
Step 4a: bruciarsi le mani sotto l'acqua calda
Step 4b: congelarsi le mani sotto l'acqua fredda

Si perche' i rubinetti, oltre che separati sono proprio lontani tra loro: niente male come design....

In realta' pare che dietro questa apparentemente stramba progettazione ci siano delle ragioni storiche non dei sadici ingegneri. Niente di certo, solo rumors, ma una tesi sostiente che un tempo le pressioni nei tubi dell'acqua fredda e calda fossero diverse, quindi non potessero essere mescolate; l'altra che un tempo l'acqua calda arrivasse da un serbatoio di acqua non potabile, mentre quella fredda da uno di acqua potabile (a sostegno di questa tesi, il fatto che ancora oggi molti lavandini pubblici recano la scritta hot water da una parte e drinkable - non cold - water - dall'altra); una terza che fossero lavandini pensati per essere riempiti, senza lasciare l'acqua scorrere (a sostegno di questa tesi, il fatto che i rubinetti sono vicinissimi alla ceramica, spesso e' impossibile lavarsi le mani senza sbattercele contro). Le tre spiegazioni non sono neppure in contrasto tra loro; se tre indizi fanno una prova, abbiamo la risposta.

Come che sia, l'ingegneria idraulica si e' evoluta, no?...perche' non approfittarne? Ho capito che era il traditional english basin, ma se non e' funzionale, perche' insistere? A dire il vero, un po' se ne sono resi conto anche loro tant'e' che nei negozi vendono dei tubicini di plastica che collegano esternamente i due rubinetti, ricreando un miscelatore un po' artigianale. L'estetica lascia un po' a desiderare, ma questo non e' un tema a cui qui sono molto sensibili.

E tu come te la sei cavata, vi chiederete? Ho trovato un appartamento che appartiene ad un proprietario illuminato: in bagno, lavandino con miscelatore e niente moquette sul pavimento, ma su questo ritorneremo...

Tuesday 5 August 2008

It’s tipping down




Oggi un mio collega se ne e’ venuto fuori con quest’ espressione: it’s tipping down. Scherzava sul fatto che non c'e' gusto giocare a cricket se non piove.

In questo caso oggi sarebbe potuta essere una buona giornata, pioveva davvero forte -  it was really tipping down!

Mi vengono in mente due osservazioni:

1)  che, come dicevamo solo qualche giorno fa in it’s raining cats and dogs, ci sono veramente infiniti modi in inglese per riferirsi alla pioggia.

2) che anche oggi, 5 agosto - ripeto per i distratti, agosto!! quello di “moglie mia non ti conosco”, delle discoteche sulla spiaggia, degli infiniti gelati -  in Inghilterra pioveva. Come ieri. Come l’altro ieri. E come il giorno prima ancora.

Un paio di anni fa c'era uno spot in tv, che, per vendere creme solari, giocava sull’ “unpredictable english summer”. Ma unpredictable dove?? Secondo me, nel frattempo, sono falliti.

Friday 1 August 2008

Sensible/Sensitive/Sensibility




Questa e' tosta, li confondo sempre, ma proprio sempre.

SENSIBLE (non sensibile, bensi' sensato)
Beh, un'idea per non sbagliare potrebbe essere pensare a quel videogioco che andava di moda negli anni '90: Sensible Soccer, ricordate?



Calcio sensibile? Non suona proprio; e poi sensibile a che? Ai soldi forse. Ok, sensible non significa sensibile.

Ma allora come si traduce "sensibile"? SENSITIVE. "I need a sensitive guy" vi potrebbe confidare un'amica. Pero' sensitive non e' un false friend, perche' puo' voler davvero dire anche sensitivo. Anche se dubito che la vostra amica possa cercare un sensitivo.

Tutto questo vuol dire che SENSIBILITY non significa sensibilita'? Assolutamente no, l'assonanza con l'italiano e' sincera. Basta ricordarsi di Sense and Sensibility (Ragione e sentimento) di Jane Austin.

Anzi, io ce l'ho li' sullo scaffale da un po' di tempo ormai...quasi quasi stasera mi sbrigo, finisco Il postino di Neruda e poi lo inizio. Anzi, lo iniziamo assieme? Gruppo di supporto JA? ;)